Quando all’alba di questo decennio ho sentito parlare per la prima volta di “Smart City”, questo termine mi è sembrato solo uno slogan alla moda.
Mi sbagliavo e oggi ho imparato che dare un nome alle cose è importante. Le nuove parole sono spesso un driver fondamentale per il cambiamento, perché, parafrasando Mahatma Gandhi, “le parole diventano comportamento, i comportamenti abitudini, le abitudini valori e, infine, i valori diventano il nostro destino.”
Così, in questi ultimi anni, quello che all’inizio del decennio poteva apparire solo come una parola alla moda, grazie alle tecnologie digitali e all’innovazione, si sta trasformando lentamente ma inesorabilmente in politiche, imprenditoria e nuove abitudini per molti cittadini e dunque nel destino dell’umanità.
Oggi, e ancor di più domani, vivremo in città simili ad organismi intelligenti che sapranno consumare cibo, energia e merci in modo più efficiente. In questo senso giocherà un ruolo fondamentale il commercio elettronico (e-commerce, un’altra parola capace di graffiare il nostro tempo). Un nuovo tipo di commercio, che permette un consumo “on demand” e che potrà abbattere gli sprechi, la mobilità superflua delle merci, restituendoci una città diversa, in cui i negozi fisici torneranno a essere botteghe, in senso rinascimentale, in cui coltiveremo e affineremo il rapporto tra consumatore e produttore, attori del commercio, che in città si fonderanno in una figura chiamata “prosumer” (produttore+consumatore), capace di personalizzare i propri prodotti attraverso nuove tecnologie di fabbricazione e consumo digitale.
Ma il digitale e l’e-commerce, nel frattempo, devono liberarci da tutte quelle noiose routine che ancora oggi occupano il nostro tempo. In quest’ottica le aziende, per crescere, dovranno potenziare la propensione al commercio elettronico, all’automazione e dovranno continuare a digitalizzare la loro filiera, dalla produzione al retail, passando attraverso una distribuzione più smart. Pensate a quali vantaggi sta portando e porterà, per le aziende e i consumatori, la digitalizzazione della filiera del cibo o, ancora, per i prodotti “made in Italy” e della loro presenza internazionale, dal design alla moda, passando per il luxury.
Insomma, questa è la grande sfida che ci aspetta nel prossimo futuro. Produrre, distribuire e consumare in modo più smart. Una sfida che trasformerà non solo le nostre città ma l’intero pianeta, salvaguardandolo e rispettandolo. Per questo motivo nei prossimi giorni seguirò con attenzione e frequenterò Netcomm Forum 2017.
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Questa è un’occasione unica per formarsi e conoscere tutte le realtà di eccellenza in questo strategico asset per tutte le aziende e un bel momento per aumentare la consapevolezza per ogni cittadino che vuole consumare in modo più smart. Ci vediamo lì?
#NetcommForum